Stazzema, giustizia dopo 61 anni
ergastolo per dieci nazisti
Il 12 agosto 1944 le SS massacrarono 560 persone
gli imputati non si sono mai presentati in aula
LA SPEZIA - Dopo 61 anni i responsabili dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema sono stati tutti
condannati all'ergastolo. Lo ha deciso il tribunale militare di La Spezia dopo più di sette ore
di camera di consiglio. La sentenza è stata letta in un'aula gremita di giornalisti e parenti
delle vittime e diverse associazioni tedesche.
I sopravissuti alla strage hanno accolto con sollievo la decisione e qualcuno ha anche
applaudito.
Il 12 agosto del 1944, nel paese sulle colline di Lucca, furono trucidate 560 persone. I dieci
condannati sono gli ex soldati tedeschi della sedicesima divisione Panzergrenadier delle SS: il
tenente Karl Gropler, 82 anni, il luogotenente Georg Rauch, 84, il sottotenente Gerard Sommer,
84, i sergenti Alfred Schoneberg, 84, Ludwig Heinrich Sonntag, 81, Alfred Concina, 86, Horst
Richter, 84, Werner Bruss, 85, Heinrich Schendel, 83, e il caporale Ludwig Goering, 82 anni.
Quest'ultimo è l'unico reo confesso e ha ammesso di aver fucilato una ventina di donne nella
frazione Coletti. I difensori dei dieci ex nazisti avevano tutti chiesto l'assoluzione.
Il processo per l'eccidio di Sant'Anna di Stazzema ha preso il via il 20 aprile 2004 e sono
state celebrate di venti udienze. Immensa la mole di documenti presentata dall'accusa: oltre ai
fascicoli formati nel dopoguerra dalla Commissione alleata (provenienti dal cosiddetto "Armadio
della vergogna di palazzo Cesi"), il pm ha trasferito nel processo consulenze di storici
italotedeschi, docenti dell'Università di Pisa, periti di strategia militare, materiale
documentale proveniente dalle rogatorie inoltrate in Germania.
Oltre cinquanta i testi ascoltati, per rogatoria e in aula.
Nessuno degli imputati ha accettato di presentarsi davanti al tribunale, tanto che tutti sono
stati dichiarati contumaci.
La tesi dell'accusa, accolta pienamente, verte tutta sulla premeditazione e sul fatto che
"tutti gli imputati erano esperti e addestrati, e potevano ben prefigurarsi cosa sarebbe stato
loro chiesto di fare". Erano "veterani", secondo il Pm, e per quanto "fossero giovani, avevano
precise responsabilità".
Con la sentenza cade la tesi della difesa imperniata invece sul fatto che non esisterebbero
prove sufficienti a dimostrare che i dieci imputati, pur appartenenti tutti alla divisione che
eseguì con quasi trecento uomini il rastrellamento e la strage di Sant'Anna, fossero operativi
al momento, e abbiano sparato. E comunque, sostenevano i legali, poiché eseguivano ordini
superiori, non avrebbero avuto ruolo decisionale.
Intanto due altri procedimenti sono in partenza: il 5 luglio si terranno le udienze preliminari
relative alla strage di Civitella (203 vittime civili) e Marzabotto (nel complesso 1830 morti).
la repubblica, 22 giugno 2005